Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora rappresentante del Governo, oggi approda in Aula un provvedimento che in Commissione ha sicuramente fatto registrare alcune correzioni e alcuni miglioramenti, avvenuti anche grazie al contributo fattivo e di merito da parte del gruppo parlamentare del Partito Democratico.
Un testo sicuramente migliore rispetto a quello licenziato dal Consiglio dei Ministri e questo è avvenuto anche grazie a un confronto tra i gruppi sulla base delle istanze che sono giunte dal mondo agricolo. Abbiamo ascoltato nel corso delle audizioni delle lamentele ed era difficile non tenerne conto.
Tuttavia, nonostante quanto detto prima dal relatore, non possiamo nascondere come permangano limiti e lacune rispetto a un comparto strategico che avrebbe meritato un'attenzione più capillare sui tanti fronti aperti. Infatti, a leggere il titolo, questo provvedimento avrebbe dovuto recare disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e sostegno alle attività agroalimentari colpite da eventi atmosferici di carattere eccezionale. Esaminandolo, quindi, avremmo dovuto riscontrare risposte adeguate alle sacrosante istanze dei comparti più colpiti. Purtroppo, nonostante le correzioni e i miglioramenti apportati in Commissione, come dicevo prima, non troviamo adeguate risposte alle emergenze accertate e conclamate, alcune delle quali ignorate del tutto da questo provvedimento. Dico “purtroppo” perché, non nutrendo alcun pregiudizio nei confronti di chi ha la responsabilità di governo in questa materia, avrei sperato che il provvedimento in esame rispondesse alle tante promesse mediatiche fatte e ai tanti impegni assunti da autorevoli esponenti del Governo e della maggioranza di dare concrete ed efficaci risposte alle disperate domande delle aziende agricole che rischiano il collasso e la chiusura. Da deputata siciliana e meridionale con grande rammarico sono costretta a constatare che si è trattata della solita propaganda ingannevole.
Con lo stesso rammarico siamo costretti a prendere atto che un settore strategico come quello dell'agricoltura, il cui Ministero era stato fortemente conteso dalle forze di maggioranza, si trova relegato ai margini delle attività e delle scelte importanti del Governo. Ricordo ai sostenitori del Governo del cambiamento quante osservazioni facevano sui provvedimenti dei Governi precedenti e anche quanto fake news per screditarli sono state create ad arte e diffuse proprio nel settore agroalimentare. Non abbiamo dimenticato le foto postate sull'IMU agricola, eppure non vedo, a distanza di un anno dall'attività di questo Governo, misure che abbiano cambiato l'IMU agricola in quei comuni che non erano stati esclusi dai provvedimenti dei Governi di centrosinistra. Oggi l'IMU agricola continua ad esserci per gli stessi comuni, non è cambiato nulla e anche in questo provvedimento purtroppo non abbiamo visto tutti quei cambiamenti che avremmo sperato.
Sulle criticità, come la Xylella, parleranno nel merito nel corso del dibattito dei prossimi giorni sicuramente i colleghi della Puglia e quanti hanno seguito territorialmente da vicino questa drammatica emergenza. Ma come fare a non sottolineare come all'interno della maggioranza vi siano sensibilità così diverse che di fatto provocano un'impasse? Per gli interventi sul settore lattiero-caseario, concernenti, in particolare, il comparto ovo-caprino, si evidenzia, ancora una volta, una logica emergenziale. Eppure, partendo dall'emergenza si sarebbe potuto affrontare il tema con una visione più ampia e con misure effettivamente strutturali, come del resto chiesto dagli operatori del settore. Invece, rimangono ancora irrisolte molte questioni.
Sulle gelate e sui danni alle imprese registriamo l'esclusione di diverse emergenze territoriali. La mole degli emendamenti sul tema presentati in Commissione evidenzia come vi siano state scelte non uniformi. Ci auguriamo, però, che nel corso del dibattito in Aula si possano apportare dei doverosi correttivi proprio per rispondere alle istanze che provengono dai diversi territori colpiti da eventi calamitosi e che, come ben sappiamo, vedono nell'agricoltura il settore maggiormente penalizzato. Se è stato varato un decreto che reca nel titolo la parola “emergenze” non vi è dubbio che dovrebbe contenere misure per tutte le emergenze esistenti. Purtroppo, siamo costretti a constatare che non ci sono risorse disponibili in segmenti dell'agroalimentare che pure hanno una loro rilevanza nella filiera. Mi riferisco a comparti come quello delle drupacee ma anche all'uva da tavola, al pomodoro, alla cerealicoltura; non una voce che attenzioni questi settori.
Ci sono aree territoriali, a partire dalla Sicilia all'Emilia Romagna, alla Basilicata e alla Calabria, che non sono ricomprese nel dovuto riconoscimento che eventi calamitosi hanno determinato al comparto e, in particolare, l'articolato tratta di agrumicultura. C'è un articolo nel decreto che è dedicato a questo tema ma è oggettivamente insufficiente. Il comparto rappresenta il 25 per cento circa degli acquisti di frutta per il consumo domestico e costituisce, quindi, una voce importantissima, pari a un quarto nel panorama frutticolo nazionale. Nel 2018 sono state prodotte circa 800 mila tonnellate di agrumi, di cui due terzi sono state rappresentate dalle arance. In Sicilia, Calabria e in aree importanti della Puglia e della Basilicata questo comparto è un segmento importante del settore agroalimentare e in questi anni ha dovuto affrontare estreme criticità.
Come evidenziato anche dalle organizzazioni di categoria nel corso delle audizioni, il decreto si occupa solo parzialmente del comparto e mediante la sola copertura dei costi per interessi dovuti sui mutui bancari nel 2019. In verità, sono stati sollecitati dalle stesse organizzazioni di categoria interventi strutturali finalizzati a garantire ai produttori un prezzo del prodotto destinato alla trasformazione che sia remunerativo e che valorizzi l'elevata qualità del prodotto nazionale, in linea con quanto previsto dal Fondo nazionale agrumicolo inserito nella legge di bilancio 2017, e ciò testimonia che - e come riconoscono, quindi, gli operatori del settore - quanto fatto dal precedente Governo non fosse da cestinare.
Non può, poi, non essere prioritario rafforzare i controlli sulla qualità dei prodotti provenienti dall'estero e al tempo stesso garantire adeguata attenzione al tema delle politiche di scambio. È necessario, poi, continuare a promuovere il consumo anche sulla base delle riconosciute qualità di benessere e di tutela della salute, con un pieno coinvolgimento della filiera e al fine di stimolare un processo di modernizzazione del comparto e di una più attenta e specifica politica del credito, ma di tutto questo nel provvedimento non c'è traccia.
Abbiamo sentito il Ministro Di Maio vantarsi di un'intesa con la Cina che era già stata siglata con il Ministro Martina nel 2017 per l'esportazione di arance e nel merito è stato addirittura smentito dai produttori siciliani che hanno evidenziato come il trasporto aereo, senza adeguati sostegni, è talmente costoso che rende non conveniente esportare le arance in Cina. Inoltre, riteniamo che i 5 milioni previsti per il comparto agrumicolo non siano sufficienti e abbiamo delle proposte finalizzate a rafforzare il plafond del Fondo. Per questo abbiamo presentato un emendamento che raddoppiava almeno le risorse a disposizione ma in Commissione la maggioranza ha votato contro.
Allo stesso modo con rammarico abbiamo dovuto constatare che in Commissione la maggioranza ha votato contro anche su un altro emendamento che proponeva lo stanziamento di un contributo straordinario finalizzato a contrastare il virus della Tristeza che colpisce gli agrumi, virus che continua a rappresentare un'emergenza per i produttori siciliani e che ha modificato il paesaggio di quei territori. Il sottosegretario ha detto che sarebbe intenzione del Governo e della maggioranza parlamentare intervenire comunque sulla questione in seguito e il relatore ha motivato tale scelta con problemi di copertura finanziaria. Credo che se ci fosse stata la volontà di trovare una risposta positiva si sarebbe trovata una soluzione tecnicamente accettabile. L'emendamento 9.1 presentato in Commissione sarà ripresentato anche in Aula e verificheremo se il Governo e la maggioranza hanno intenzione di affrontare da subito il problema.
Scorrendo il testo, inoltre, vediamo che tante emergenze non sono state neppure prese in considerazione. Mi riferisco, ad esempio, sempre per il territorio siciliano al riconoscimento dei danni alle imprese a seguito delle piogge alluvionali nel periodo compreso tra giugno e novembre 2018. È calato il silenzio su quelle aziende, eppure gli interventi dello Stato intesi a risolvere i problemi creati al territorio dalle calamità naturali dovrebbero riguardare tutte le regioni in egual misura e senza pregiudizi, soprattutto se si considera che tante aziende a causa di queste calamità sono andate in default nel silenzio più assoluto. Coscienti di ciò abbiamo presentato proposte emendative affinché fosse riconosciuto un adeguato sostegno al comparto agricolo della Sicilia colpito da quelle piogge alluvionali a cui prima ho fatto riferimento purtroppo con esito negativo, anche se è difficile individuarne le motivazioni.
Nella scorsa legislatura il centrosinistra ha svolto un lavoro importante nel processo di modernizzazione del comparto agricolo.
Ha introdotto norme sulla tracciabilità e sulla tutela delle filiere del made in Italy, norme all'avanguardia rispetto al panorama comunitario introdotto norme sulla tracciabilità e sulla tutela delle filiere del made in Italy, norme all'avanguardia rispetto al panorama comunitario, ha investito risorse importanti, facendo sì che i programmi di Industria 4.0 riguardassero pure questo comparto, ritenendo che l'innovazione fosse, come è ancora, una scelta strategica anche per l'agricoltura.
Abbiamo davanti sfide importanti ma complesse, che ci arrivano da fenomeni come la globalizzazione e l'internazionalizzazione, e abbiamo un'opinione pubblica sempre più attenta alla qualità di ciò che arriva sulle nostre tavole. Noi pensiamo che, proprio sulla base della rilevanza che riveste questo settore, ci possa essere un lavoro che in Parlamento possa essere portato avanti positivamente con il contributo e con la capacità di lavorare sul merito delle proposte. Per tutte queste ragioni, riteniamo che vi siano ancora i margini per una discussione franca e propositiva in Aula, tendente a migliorare un testo, che, come detto, in alcuni punti rimane ancora lacunoso, confidando nella disponibilità del Governo affinché si possano affrontare e risolvere le emergenze dei diversi segmenti del comparto e dei territori quantomeno in maniera uniforme sul territorio nazionale.